Le sezioni La disciplina degli alberi, Luoghi ligi configurano un teatro urbano in cui è messa in scena la pièce dell’umana inquietudine che attraverso segnali sorvegliati, una certa distanza delicata e di commozione impalpabile, cerca l’incontro che sembra imminente, accadente e invece, per una sorte che ha connotati arcani, si sposta in avanti o ripiega su se stesso, lasciando fluire la materia dello straniamento, senza però rinunciare al focus del “tu”, che resta tensione, anelito. Nella scrittura breve di Giancarlo Stoccoro confluiscono le polarità dell’esistenza, l’incessante movimento del sentimento e del pensiero che mai raggiungono il compimento del loro “in essere” lasciando trapelare l’impermanenza vibrante dei destini, il talento per la ricognizione dei motivi della coscienza che pongono in luce che «Un’idea di purezza / attraversa il mondo», mettono in atto la dimensione della libertà.
Adriana Gloria Marigo
Da Segnali di resa
Spossessarsi di sé
abitare i contorni
e la forma breve
custodire il silenzio
come reliquia
affondare la parola
Segnali di resa
non parole senza luogo
incondizionata resa
negli sguardi facili
negli orizzonti gentili
che camuffano distanze
A novembre gli alberi
resteranno nudi
fino a tardi
Da Geometrie dell’abbandono
Tu puoi non dire
quante traiettorie si aggiustano
accarezzando le sillabe
prima di dormire
Sale per gradi l’assenza
quando c’è poca luce
sembra non faccia danno
L’orizzonte si perde
dietro un buio qualunque
Da Feroci distanze
Altri luoghi
s’incontrano
soltanto al buio
e tu fai tanto
per tenere le luci
sempre accese
Non i luoghi
quelli sanno solo sfiorarti
non i tempi circostanziati dei calendari
un silenzio diffuso su nebbia densa
due scarabocchi su carta spessa
Da I giorni a te lontani
Tornano a farsi luogo
i giorni silenziosi
lontani dalle frasi fatte
hanno smesso di lucrare sui confini
di segnalare impronte
dove non c’è stato passaggio
Da Poesie per gli alberi e le passeggiate vagabonde
Nella nostalgia d’autunno
mi nutro di sguardi complici
foglie licenziate in novembre
divento fanatico del tango
allago la bocca con frasi vaste
liquida danza che assolve
gli alberi messi a nudo
Da Luoghi ligi
Gli alberi ci guardano
passare in fila indiana
licenziare le fronde
a novembre
non spazzano neanche il cielo
placidi stanno
Il tuo luogo quando penso a te
è un bosco di alberi bianchi
dove ti arrampichi finché
il tronco comincia a cullarti
Biobibliografia
Giancarlo Stoccoro (Milano, 1963) è psichiatra e psicoterapeurta. Oltre all’attività clinica, si occupa di formazione e ha pubblicato diversi lavori su riviste scientifiche. Studioso di Georg Groddeck, ha curato e introdotto l’edizione italiana della biografia Georg Groddeck. Una vita, di W. Martinkewicz (Il Saggiatore, Milano 2005) e i saggi Pierino Porcospino e l’analista selvaggio; Poeti e prosatori alla corte dell’ES. Suo è il primo libro che esplora il cinema associato al Social Dreaming, che ha applicato in ambito sanitario, scolastico, nelle carceri e direttamente nei cinema: Occhi del sogno (Giovanni Fioriti, Roma 2012).
Ha vinto diversi premi di poesia e pubblicato le sillogi: Il negozio degli affetti (Gattomerlino/Superstripes, Roma 2014), Note di sguardo (Morellini, Milano 2014), Benché non si sappia entrambi che vivere (alla chiara fonte, Lugano 2015), Parole a mio nome (Il Convivio, Castiglione di Sicilia 2016),Consulente del buio (L’Erudita, Roma 2017), Forme d’ombra (alla chiara fonte, Lugano 2018),La dimora dello sguardo (Fra, Rimini 2018), Prove di arrendevolezza (Oèdipus, Salerno 2019).
Cura i blog ladimoradellosguardo.it e ciacksisogna.it
Spaesamento, disabitazione, rimozione dell’immediato, emersione del rimosso assaporato come ultimatività olistica, il peso della parola che non parla … ma la poesia sogna solo da lontano di apparire e risposta la sua inattingibile assenza nel sogno del poeta a venire…
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