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Continua la nostra rubrica dedicata alle interviste di autori, poeti e scrittori potenzialmente noti, modestamente noti, mediamente noti, molto noti che sono pubblicate qui su LIMINA MUNDI il lunedì. Il titolo dell’intervista che proponiamo oggi indica che lo scambio di domande e risposte è rapido e conciso. Nelle risposte non è permesso dilungarsi oltre tre righe. Colpo su colpo, come i bottai che ne assestavano ai fasci di legna della botte e ai cerchi che li stringevano, attività dalla quale deriva il noto detto: “Un colpo al cerchio e uno alla botte”. Qui da intendersi non tanto nel senso di mantenere l’equilibrio in una situazione scomoda, ma, piuttosto in quello del convergere, tra botta e risposta, al risultato comune di raccontare con le parole dei poeti il mondo della poesia. Questa è un’intervista “tipo” che sarà sottoposta anche ad altri autori oltre a quello intervistato oggi che è CLAUDIA PICCINNO.

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  1. Che cos’è per te la poesia e che cosa é in grado di esprimere?

La poesia è una forma di testimonianza, può essere il termometro della società ed esprimere tendenze, non solo emotive o sentimentali, ma collettive e ideologiche.

  1. Quando e in che modo ti sei avvicinata alla poesia?

Nella primissima adolescenza, la scrittura mi consentiva di restare fedele a me stessa senza omologarmi al gruppo, detestavo lo sport, non ero portata per la musica, necessitavo di scoprire e fissare la mia identità.

  1. Chi sono stati i tuoi maestri o meglio i tuoi punti di riferimento?

Leggevo i grandi maestri a scuola, all’epoca adoravo Leopardi, poi ho scoperto Wordsworth, la Dickinson, Neruda, la Szymborska.

  1. Ricordi il tuo primo verso?

     “il vento che oggi il ciuffo ti scompiglia”

  1. A chi si rivolge la tua poesia?

 Non esiste destinatario predefinito, la poesia è di chi la avverte, di chi si riconosce.

  1. E’ stata dichiarata la morte della poesia e la sua marginalità nell’età della tecnica. In libreria i libri dei poeti contemporanei sono poco presenti e spesso relegati in un angolo, solo i classici godono ancora di un certo prestigio. Di contro c’è un fiorire di readings, di concorsi letterari e di premi. Tu cosa pensi di tutto questo?

I readings e i premi hanno un intento aggregante, nel migliore dei casi. La cultura non necessita di visibilità e ostentazione, si fonda su anni di studio e letture, e soprattutto presuppone voglia di migliorare le proprie conoscenze.

  1. C’è chi tenta un coinvolgimento nei fatti sociali del suo tempo, chi invece ritrova la verità della poesia e della vita nella sua Arcadia più o meno felice. Tu dove trovi ispirazione? E come nascono le tue poesie?

Le mie poesie nascono in pochi minuti, ma hanno un background lungo mesi, fatto di ascolto e osservazione di ciò che mi circonda, in termini di risorse umane e vicende quotidiane.

  1. Secondo te i giovani di oggi amano ancora la poesia?

La conoscono poco, bisogna proporgliela, a scuola si è talmente oberati da progetti vari che si trascurano le discipline, in particolar modo le lettere e la letteratura.

  1. Che importanza è attribuita oggi alla poesia dal nostro sistema d’istruzione?

Ogni insegnante può con autonomia e flessibilità adattare ai suoi studenti i programmi ministeriali che comunque non escludono il ricorso alla poesia, il sistema scuola è fatto da uomini e donne più o meno competenti e più o meno appassionati…

  1. Ci sono degli orientamenti prevalenti nella poesia italiana ed europea?

Credo che le correnti poetiche si stiano avvicinando alle marginalità del nostro tempo, si privilegiano tematiche sociali almeno in Italia. E ci si distanzia sempre più dai criteri metrici un tempo obbligati.

  1. La poesia è in grado di influenzare il linguaggio?

La poesia è un po’ lo specchio del lessico in auge ed è propedeutica ai neologismi, pertanto ne è sì influenzata, ma conserva un ruolo attivo e innovativo, capace di creare, come del resto la valenza semantica del greco Poiesis lascia sperare.

  1. Può avere un ruolo politico?

Un tempo era subalterna al potere, aveva lo scopo di celebrare il governo e la potenza di un Paese, oggi può giocare un ottimo ruolo all’opposizione, può risvegliare le coscienze e scuotere gli animi.

  1. E’ cambiato il “mestiere” del poeta nel tempo?

Il poeta oggi è assimilato al pazzo, perché gode della libertà assoluta (almeno nei paesi democratici) di dire ciò che gli detta l’animo. Una volta non era così, era il giullare di corte pagato per osannare e adulare i potenti della Terra.

  1. Alfonso Berardinelli ha sostenuto che oggi chi scrive versi non dovrebbe considerare valido nessun testo se non regge il confronto con un articolo di giornale o con una canzone. Intendeva probabilmente dire che i poeti contemporanei non sono capaci di comunicare con il lettore. Tu cosa ne pensi?

Penso che l’autocompiacimento e il narcisismo non siano sinonimi di poeta, il vero poeta è colui che in poche righe arriva al cuore della gente e al nocciolo della questione, forse Berardinelli intendeva dire questo.

  1. Attualmente in che stato di salute versa la cultura italiana ed in particolare la poesia?

Sia la cultura che la poesia risentono della globalizzazione economica, e di conseguenza delle scelte editoriali condizionate dalle mode, pare che si  vendano più le collane esoteriche  e i libri di ricette che altro.

  1. Il nome di un autore poco noto che meriterebbe di essere rivalutato.

Jean Salomon Franco, nato a Tessalonica da una famiglia di ebrei spagnoli e morto in Francia nel 1997.

  1. C’è ancora bisogno della poesia oggi e perché?

Certamente c’è bisogno perché la poesia ci salva dalla barbarie dell’omologazione, e come scrisse Palazzeschi : “Muoiono i poeti, ma non muore la poesia/perché la poesia è infinita come la vita.”

NOTA BIOBIBLIOGRAFICA

Docente, referente di circolo per l’educazione alla lettura, porta avanti iniziative per promuovere autori ed appassionare gli studenti. Traduce e divulga le opere di autori stranieri contemporanei. Poetessa. Ha al suo attivo le seguenti pubblicazioni:

– silloge “La sfinge e il pierrot”, Aletti Editore, 2011

 – silloge “Potando l’euforbia” in Transiti Diversi, Rupe Mutevole Edizioni, 2012

 – silloge “Il soffitto, cortometraggi d’altrove”, La Lettera Scarlatta Edizioni, 2013

 – versione tradotta in inglese “Il soffitto, cortometraggi d’altrove”, La Lettera Scarlatta Edizioni maggio 2014

   – in serbo “Tabahnha” ed.Majdah luglio 2014.

   – silloge “Ragnatele Cremisi”- La Lettera Scarlatta Edizioni, settembre 2015.

Ha ottenuto premi di rilievo in concorsi di poesia nazionale e internazionale, tra cui una menzione d’onore a Parigi al 1st Word Literary Prize, un terzo posto a Lugano. Dal 16 al 20 novembre 2016 sarà ospite al Festival dei giovani poeti di Istanbul dove le sarà attribuito il prestigioso riconoscimento La Stele di Rosetta e sarà presentata la versione bilingue turco-inglese del libro Il soffitto.

Sito web http://claudiapiccinno.weebly.com/